L’ aftermarket: un mercato da inseguire e cambiare. Prezzo, prezzo e prezzo. Una calamìta infallibile, che sta distruggendo, giorno dopo giorno, da anni, il fiorente e intaccabile mercato dei ricambi auto. Ma, da più parti, arrivano segnali importanti che, almeno per il sottoscritto, potrebbero delineare un lento cambio di rotta. Il fast moving non mi interessa più. Online il tagliando della 500x o gli ammortizzatori della Ypsilon si trovano a prezzi ridicoli. Non ho più voglia di infierire in questa disarmante lotta al ribasso. Devo combattere laddove i competitors non abbiano le palle e la lungimiranza per farlo: ovvero assortimento dei componenti di bassa movimentazione e reperibilità veloce di parti inedite fornite solo dalla rete ufficiale. Il freddo store sul web ti ha venduto la frizione della Passat ma non dispone della gabbia a rulli del volano? Io devo averla. E gli esempi potrebbero essere una miriade. Il rischio è altissimo, ma non mi va di morire di fame vendendo sottocosto il tagliando della Golf VII o le pastiglie freno della Punto. Potremmo riempire i depositi di componenti invendibili? Qui sta al bravo responsabile acquisti studiare le immatricolazioni e l’ andamento delle richieste della clientela. Diventeremmo dei concorrenti delle concessionarie? Perfetto, ma loro lo sono da tempo, visto che molti marchi automobilistici distribuiscono brand paralleli o prodotti provenienti da siti di produzione poco “nobili” a quotazioni molto interessanti. Sono riflessioni maturate col tempo grazie, soprattutto, ai sentimenti degli acquirenti, ormai troppo solidali con eBay o Autodoc e poco con quel mariolo patentato del ricambista di zona. E voi come la pensate? Vale la pena svenarsi per vendere sottoprezzo? #aftermarket #spareparts #ricambiauto #barletta #riflessioni

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